Nella rappresentazione iconografica bizantina il Crocifisso non viene mai rappresentato nel suo realismo della carne né nell’agonia, anche se Cristo è morto non ha perduto la Sua regale e divina nobiltà, resta il Verbo e la vita eterna.
Nella liturgia bizantina viene cantato il seguente tropario, in cui le due prospettive, quella della gloria e quella della sofferenza, si intrecciano e si completano: <<Oggi è inchiodato al legno Colui che ha fatto emergere la terra dalle acque. Il Re degli angeli è incoronato di spine. E’ avvolto in una porpora mendace Colui che avvolge di nubi il cielo. Riceve uno schiaffo Colui che nel Giordano ha donato ad Adamo la liberazione. Lo Sposo della Chiesa è trafitto dai chiodi. Il Figlio della Vergine è trapassato da una lancia. Adoriamo la Sua Passione, o Cristo. Mostraci anche la tua Risurrezione!>>.
Ai fianchi della Croce ci sono i testimoni della sofferenza e della gloria di Cristo: in due gruppi vediamo, da una parte, Maria e le donne che hanno seguito Gesù e, dall’altra, il discepolo amato ed il centurione.
Al livello inferiore osserviamo che il crocifisso è piantato su un piccolo monte: è il Golgota, il luogo del cranio, dove secondo la tradizione ebraica era stato sepolto il primo uomo, Adamo, è raffigurato ai piedi della croce. In alcune icone il sangue che cola dal corpo di Cristo raggiunge e bagna il teschio di Adamo. E’ così raffigurato stupendamente il frutto salvifico della morte di Cristo in Croce.
©️ Vassili Dendramis
Arte Greca e Bizantina
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